Recensione "Wonder" di R. J. Palacio

Cari lettori, oggi un libro con una tematica che mi sta molto molto al cuore, un libro che disfa' il cuore da quanto è dolce.
Vi presento "Wonder" di R. J. Palacio.




“Quando nasci compri un biglietto e dipende tutto dal caso se è un biglietto buono o un biglietto cattivo: è solo una questione di fortuna.
No… non è tutta casualità, se fosse davvero tutto affidato al caso l’universo ci abbandonerebbe completamente.
Invece non è così : si prende cura delle creature fragili in modo che non ci è dato di vedere.
Sarà anche una lotteria, ma l’universo mette a posto tutto, alla fine.”




Trama:
 È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno Augustus durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il bellissimo racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo




Mi è stato venduto come libro sulla gentilezza ma io rigiro subito il messaggio. Sensibilizzazione. Rispetto verso il prossimo.
Il libro porta la prospettiva dello stato d'animo in cui vive una persona "diversa".
Diversa da chi? Eh... Bella domanda. È la società a farla sentire tale. E questo vale per le deformazioni facciali come quelle di Auggie tanto quanto per un disabile fisico o mentale. I desideri di entrambi sono gli stessi. Ognuno con i propri tempi e le proprie possibilità. Ma non è forse questa la normalità? Non essere tutti uguali e per fortuna!!
Tutti sono essere umani con dei sentimenti. Certo, la disabilità non va ignorata ma nemmeno ci si può identificare una persona, e mettetevi ben in testa una cosa: un disabile fisico non per forza ha uno squilibrio mentale o non si rende conto di ciò che gli accade intorno, anzi spesso e volentieri ha una percezione ben più ampia perché impara a fidarsi di pochi, quasi di nessuno.
Non ci crederete ma un disabile chiede una sola cosa: la libertà di poter vivere, il diritto umano e sacrosanto di costruirsi una vita dignitosa. 
È la storia di Auggie ma è la storia comune di tanti altri. 
Odio questa legge di vita che vige in questa società: capisco solo se ci passo. Eh no! Bisogna sempre comprendere, non fino in fondo ma perlomeno aiutarsi l'un con l'altro. E questo non esiste. È un quesito sconosciuto ai più. L'altruismo non c'è mai stato e questa pandemia ha peggiorato e spazzato via i pochi valori che c'erano rimasti.
Auggie è il simbolo della lotta per l'abbattimento delle barriere, architettoniche ma soprattutto mentali delle persone. 
Caro Auggie la vita è dura e noi lo sappiamo. 
Una tematica per cui mi batterò sempre: la libertà di esprimersi il diritto di vivere dignitosamente. Grazie dolcissimo personaggio pieno di audacia. Non sai la mia stima, non sai quante volte io abbia sorriso leggendoti. 



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